Una ricerca congiunta tra Università degli Studi della Repubblica di San Marino e University of California San Diego porta nuove evidenze su cosa potrebbe accadere agli edifici del centro storico del Titano in caso di terremoto, proponendo un approccio che guarda ai palazzi non come unità isolate, ma come parti di un sistema urbano compatto e interconnesso, tipico dei centri storici.
La pubblicazione su Resilient Cities and Structures
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Resilient Cities and Structures (RCS), dedicata a ricerche e tecnologie legate alla resilienza di edifici e infrastrutture rispetto a eventi come terremoti, alluvioni e incendi. A firmarlo sono Davide Forcellini, Scott McAvoy e Falko Kuester, che hanno curato un progetto basato su rilievi avanzati e verifiche sul campo, con l’obiettivo di stimare la vulnerabilità sismica di una porzione specifica del centro storico sammarinese.
Rilievi 3D e sopralluoghi per capire come reagiscono i palazzi
Il cuore del lavoro è un’analisi costruita attraverso rilievi 3D, sopralluoghi e raccolta di dati utili a descrivere lo stato e le caratteristiche degli immobili. Da qui l’elaborazione di valori e scenari in grado di indicare sia i danni attesi in caso di sisma, sia le azioni successive necessarie per ripristinare condizioni di sicurezza e funzionalità.
L’aspetto più innovativo è la scelta di superare un’impostazione centrata sul singolo edificio, adottando invece un metodo che considera gruppi di palazzi: una prospettiva particolarmente rilevante nei centri storici, dove gli edifici spesso confinano tra loro e le sollecitazioni possono propagarsi in modo diverso rispetto a strutture isolate.
L’area analizzata tra Contrada Omagnano, Pianello e Piazza della Libertà
L’analisi si è concentrata su una zona simbolica e sensibile del Titano: il gruppo di palazzi compreso tra Contrada Omagnano, Contrada del Pianello e Piazza della Libertà, dove si affacciano alcune delle principali sedi istituzionali. In termini di orientamento urbano, si tratta dell’insieme di edifici che si incontra “sulla sinistra” per chi, dalla stazione della funivia, si dirige verso la Parva Domus.
Sono stati presi in esame nove immobili, mappati con tecnologie aggiornate per arrivare a una valutazione dettagliata degli effetti potenziali di un evento sismico su questo specifico “blocco” urbano.
Danni attesi e tempi di ripristino: dalla messa in sicurezza agli interventi più lunghi
Dalle elaborazioni emergono indicazioni utili non solo per stimare il tipo di danno, ma anche per comprendere quali potrebbero essere i tempi e i processi di riparazione. La ricerca propone soluzioni e percorsi di intervento con finestre temporali molto diverse, che vanno da scenari di risposta rapida fino a ipotesi di lavori più estesi, con tempistiche indicate in un arco compreso tra 10 e 365 giorni.
L’idea di fondo è fornire strumenti che possano aiutare a pianificare in anticipo, ma anche a reagire più rapidamente dopo un sisma, definendo priorità e modalità operative con maggiore precisione.
Un metodo replicabile per altri centri storici
Oltre al caso sammarinese, uno degli effetti più rilevanti dello studio è la possibilità di applicare il metodo proposto anche ad altri contesti, soprattutto dove il patrimonio edilizio storico è caratterizzato da continuità strutturale, addossamenti e interdipendenze tra fabbricati.
In questa prospettiva, il lavoro si inserisce nel filone della resilienza urbana: non soltanto “quanto resiste un edificio”, ma “come risponde un pezzo di città”, e quali scelte possono ridurre danni, tempi di inattività e criticità nella gestione dell’emergenza.
Un percorso di ricerca che prosegue da anni sull’area UNESCO del Titano
La pubblicazione su RCS viene presentata come un passaggio ulteriore in un’attività di studio portata avanti negli ultimi anni sul patrimonio UNESCO del Titano. Tra i punti richiamati figurano un rilievo 3D avviato nel 2016 in un progetto più ampio, la presentazione nel 2024 di uno studio su Palazzo Pubblico presso l’Antico Monastero di Santa Chiara, e la pubblicazione del volume “La resilienza sismica a San Marino” realizzata in collaborazione con la Società Unione Mutuo Soccorso (SUMS). Un seminario tenuto nel marzo scorso ha infine aggiornato sul percorso che ha condotto alla pubblicazione su RCS.