Si accende il dibattito sull’accesso alle tariffe sociali di acqua, luce e gas, dopo che la CSdL e lo Sportello Consumatori hanno denunciato una discrepanza fra quanto previsto dal Decreto n. 93/2023 e le modalità con cui, secondo le due realtà, il Governo e l’AASS starebbero valutando le domande presentate dai cittadini. Il provvedimento, che riconosce l’agevolazione ai nuclei con reddito imponibile pro capite inferiore alla soglia fissata per legge, sarebbe applicato – sostengono le associazioni – sulla base del reddito lordo e non dell’imponibile, con il risultato che una larga parte delle richieste verrebbe respinta.
Il nodo del “reddito imponibile” e l’interpretazione contestata
Il Decreto 93/2023 individua come parametro determinante il reddito imponibile, calcolato sottraendo dal reddito lordo diverse voci tra cui contributi obbligatori, abbattimenti forfettari, no tax area e deduzioni SMAC previste dall’attuale normativa tributaria. Le associazioni sottolineano che questo meccanismo ha l’obiettivo di fotografare in modo più realistico la capacità economica delle famiglie e di intercettare chi si trova effettivamente in situazione di fragilità.
Secondo quanto denunciato, invece, le indicazioni operative fornite all’AASS spingerebbero a utilizzare come riferimento il reddito lordo, un criterio più restrittivo che ridurrebbe in maniera significativa la platea di beneficiari, lasciando fuori famiglie in possesso dei requisiti richiesti dal Decreto. Le associazioni definiscono questa applicazione una “distorsione” che ne vanificherebbe lo spirito originario, nato per garantire un sostegno concreto alle utenze domestiche di chi affronta difficoltà economiche.
Le ripercussioni sulle famiglie e la richiesta di correttivi
Il tema assume un valore ancora più rilevante alla luce dell’attuale aumento dei costi dell’energia e delle utenze, che gravano in modo sensibile sui bilanci familiari. La CSdL e lo Sportello Consumatori ritengono che l’attuale interpretazione impedisca a molte famiglie di ottenere un alleggerimento che il legislatore aveva invece previsto, sollevando interrogativi sul grado di coerenza fra finalità del Decreto e prassi amministrative.
Le due realtà sindacali e di tutela dei consumatori annunciano l’intenzione di avviare una “causa pilota” per chiarire l’applicazione del provvedimento e riportare il processo di valutazione ai criteri originari, ritenuti più equi e più rispettosi della normativa vigente.
In attesa dell’ICEE, resta centrale la corretta applicazione delle leggi attuali
In prospettiva futura, le associazioni richiamano l’attenzione sull’introduzione dell’ICEE come strumento più completo per valutare la reale condizione economica delle famiglie, in quanto combina redditi e patrimoni. Tuttavia, fino a quando il nuovo sistema non sarà pienamente operativo e supererà la fase sperimentale, CSdL e Sportello Consumatori ribadiscono la necessità di applicare correttamente le norme attuali, affinché nessun diritto venga compromesso.