Repubblica Futura alla maggioranza: “Dopo lo sciopero fermatevi e riaprite il confronto”

Repubblica Futura, giustizia: "Risposta sottotono da parte della maggioranza"

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Dopo la grande mobilitazione che ha portato in piazza circa 10.000 persone, Repubblica Futura torna a chiedere con forza alla maggioranza di fermare l’iter della riforma IGR e di aprire un nuovo confronto con le parti sociali. «Lo dovete ai cittadini e ai frontalieri che ieri vi hanno mandato un messaggio preciso», affermano i consiglieri del movimento.

Secondo RF, il calendario dei lavori della Commissione Finanze, che prevede nuove convocazioni anche a ottobre, rappresenta l’occasione per interrompere la corsa verso una riforma contestata e avviare un dialogo più ampio.

Le accuse in Commissione

In apertura di seduta, il capogruppo Nicola Renzi ha lanciato un appello diretto: «Fermatevi e riaprite un confronto serio. State andando di corsa contro un muro, senza avere dati e proiezioni sugli impatti della riforma. Siete sempre più isolati in un fortino che non può reggere».

Sulla stessa linea l’intervento di Sara Conti, che ha puntato il dito contro il metodo adottato dal Governo: «Gli emendamenti depositati a commissione iniziata denotano totale mancanza di rispetto per le migliaia di cittadini che ieri, e anche oggi, chiedono di fermarsi. Chiedere sacrifici quando continuate a spendere in iniziative superflue e poco trasparenti è davvero una presa in giro».

Un governo compatto ma sotto pressione

Nonostante le richieste delle opposizioni, la maggioranza resta compatta attorno al Segretario alle Finanze Marco Gatti, difendendo l’impianto della riforma. Per RF, però, l’isolamento politico è ormai evidente e le proteste dimostrano che la distanza tra Governo e Paese reale è sempre più profonda.

«Avete una grande opportunità: fermatevi – ribadisce Repubblica Futura –. Non potete ignorare la voce di migliaia di persone che vi hanno chiesto un cambio di passo. Continuare a tirare dritto significherebbe perdere ogni contatto con la realtà sociale del Paese».

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