La cucina italiana entra nella Lista del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità

La cucina italiana entra nella Lista del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità

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l 10 dicembre, a New Delhi, il Comitato intergovernativo dell’UNESCO ha riconosciuto ufficialmente la cucina italiana come parte della Lista del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità. È la prima volta che viene riconosciuta non una singola pratica gastronomica, ma l’intera cultura culinaria di un Paese.

Un riconoscimento che San Marino, come nessun altro Paese al mondo, può sentire come intimamente vicino, per storia, tradizioni e legami culturali profondamente intrecciati con quelli italiani.

Non solo ricette, ma una cultura del vivere il cibo

Il riconoscimento UNESCO non riguarda “piatti tipici” o ricettari, ma un modo di vivere il cibo: la scelta delle materie prime, il rispetto delle stagioni e dei territori, il cucinare insieme, il sedersi alla stessa tavola, la trasmissione dei saperi tra generazioni e la limitazione degli sprechi.

Nel dossier presentato all’UNESCO questa dimensione è stata definita “cucina degli affetti”, una pratica quotidiana fatta di gesti condivisi, memorie familiari e legami sociali che si rinnovano nel tempo.

Un mosaico di tradizioni vive e in dialogo

L’UNESCO descrive la cucina italiana come un mosaico di tradizioni locali, comunitarie e familiari, in continuo dialogo tra loro e con il mondo. Una realtà viva, aperta alle contaminazioni storiche e contemporanee, e non un “monumento” da cristallizzare in una cartolina per turisti.

Si tratta di un patrimonio dinamico, capace di evolvere mantenendo un forte legame con le proprie radici culturali e sociali.

Gli impegni dell’Italia e la tutela delle filiere

In base alla Convenzione del 2003, l’Italia dovrà ora salvaguardare questa pratica culturale insieme alle comunità che la tengono viva: famiglie, agricoltori, pescatori, casari, artigiani, cuochi e associazioni. Ciò significa sostenere ricerca, educazione alimentare, progetti nelle scuole, archivi della memoria culinaria e musei del gusto, oltre a riferire periodicamente all’UNESCO sulle modalità di trasmissione di questo patrimonio alle generazioni future.

Sul piano concreto, il riconoscimento rappresenta anche uno strumento ulteriore di contrasto al fenomeno dell’“Italian sounding” e di tutela delle filiere agroalimentari autentiche.

Il legame tra San Marino e Italia

Come Associazione San Marino – Italia, il riconoscimento viene accolto con particolare soddisfazione, perché individua un ambito che unisce profondamente i due Paesi. Non solo ingredienti e ricette, ma un medesimo modo di intrecciare il vissuto delle persone, dai territori alla tavola.

Questo modo condiviso di vivere la socialità attraverso l’enogastronomia, fatto di storie personali, professionalità, cultura ed economia, genera un dialogo continuo tra tradizione e innovazione. Favorisce percorsi di inclusione, rafforza legami che si trasformano nel tempo e promuove una sostenibilità economica, sociale e ambientale che l’Associazione riconosce come parte integrante della propria missione, a cavallo tra San Marino e Italia, all’interno della Penisola e in dialogo con la complessità del mondo.

Il Consiglio Direttivo
Associazione San Marino – Italia

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