Denatalità, la CDLS lancia l’allarme: “Intervenire subito, è una questione di sopravvivenza”

La Confederazione propone modifiche alla legge sulla famiglia e un rafforzamento dei congedi per sostenere le nuove generazioni

Denatalità, la CDLS lancia l’allarme: “Intervenire subito, è una questione di sopravvivenza”

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La denatalità torna al centro del dibattito pubblico e sindacale. La Confederazione Democratica Lavoratori Sammarinesi (CDLS) richiama la politica alla necessità di interventi urgenti e strutturali, definendo il calo delle nascite “una delle sfide decisive per il futuro della Repubblica”.

Secondo la Confederazione, la progressiva riduzione della popolazione giovane rischia di incidere profondamente non solo sulla struttura sociale e culturale del Paese, ma anche sulla tenuta del sistema occupazionale e del welfare, temi posti già al centro del Congresso Generale dell’ottobre 2024.

Le proposte della CDLS: più sostegno economico e congedi più estesi

Tra le misure considerate positive dal sindacato figurano:

  • il potenziamento degli assegni familiari,

  • la creazione di un fondo dedicato alla natalità,

  • agevolazioni abitative per le giovani coppie,

  • l’ampliamento dei servizi per l’infanzia.

Ma la CDLS chiede di andare oltre, proponendo una revisione della legge 129/2022 con modifiche già trasmesse alla Segreteria di Stato per la Famiglia.

Il punto più rilevante riguarda l’estensione del Congedo di genitorialità da 150 a 210 giorni, strutturato in tre parti:

  • 3 mesi obbligatori per la madre,

  • 3 mesi fruibili dalla madre o dal padre,

  • 1 mese aggiuntivo riservato esclusivamente al padre.

Un’impostazione che, secondo il Segretario Generale Milena Frulli, mira a promuovere una visione moderna della genitorialità e il principio di “paternità attiva”.

Il sindacato propone anche il raddoppio del congedo di paternità, dagli attuali 10 a 20 giorni, con carattere obbligatorio e utilizzabile entro il primo anno di vita del figlio.

Tutelare tutte le maternità, non solo quelle occupate da tempo

Un’altra criticità evidenziata riguarda l’articolo 21 della Legge 42/1955, che subordina l’indennità di maternità al fatto che la lavoratrice sia occupata o iscritta alle liste dei disoccupati “da almeno sei mesi”.
Per la CDLS, questa formula penalizza chi accede da poco al mondo del lavoro o vive situazioni di disoccupazione intermittente.
La richiesta è quindi di eliminare il vincolo dei sei mesi, estendendo la tutela a tutte le maternità.

Una strategia a 360 gradi

Per il sindacato, il tema non può essere affrontato solo in termini economici.
Occorre lavorare su più fronti:

  • stabilità lavorativa per le coppie,

  • ambienti che non penalizzino la scelta genitoriale,

  • una migliore conciliazione tra vita e lavoro,

  • accesso alla casa a costi sostenibili,

  • un sistema scolastico e di attività extrascolastiche che rappresenti un vero supporto alle famiglie.

È necessario intervenire a breve, perché l’impatto della denatalità rischia di diventare irreversibile – afferma Milena Frulli –. Il calo delle nascite è una questione di sopravvivenza per il Paese.”

Fonte: Comunicato stampa della Confederazione Democratica Lavoratori Sammarinesi (CDLS)

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