Dibattito su riforma IGR: maggioranza divisa. C’è chi apre a nuove modifiche, ma ciò non trova riscontro nei fatti

Dibattito su riforma IGR: maggioranza divisa. C’è chi apre a nuove modifiche, ma ciò non trova riscontro nei fatti

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Serrato dibattito alla sala Montelupo di Domagnano, ancora una volta piena. Dai rappresentanti della maggioranza, da una parte la strenua difesa del progetto di legge, dall’altra alcune aperture a miglioramenti del PdL; una disponibilità che, però, finora non si è concretizzata, se non in alcune modifiche parziali e insufficienti. Ancora nessuna risposta sui frontalieri.

Confronto acceso tra sindacati e maggioranza

RSM, 14 ottobre 2025 – Una rappresentazione oggettiva delle difficoltà che incontra il Sindacato nel confronto con la maggioranza è stato il tratto distintivo del dibattito di lunedì sera alla sala di Montelupo, gremita di persone, dove i Segretari delle tre Organizzazioni Sindacali si sono confrontati – in un acceso dibattito in cui sono intervenuti anche molti lavoratori e cittadini – con due rappresentanti della maggioranza, i Consiglieri Gian Nicola Berti di AR e Guerrino Zanotti di Libera.

Negli interventi dei due politici sono emerse due posizioni con alcune sostanziali differenze: da parte del Consigliere Berti la strenua difesa del progetto di legge, nonostante le tabelle che il Sindacato ha illustrato e che dimostrano le iniquità di molti punti del progetto; Zanotti ha invece manifestato a più riprese la disponibilità a portare nuove modifiche per accogliere le richieste sindacali – una disponibilità ripetuta nel tempo ma che, finora, ha prodotto risultati solo parziali.

Tempi stretti e nodi ancora irrisolti

Il tempo stringe: anche nell’ultimo incontro, la maggioranza ha confermato l’intenzione di portare in seconda lettura il PdL nella sessione di fine ottobre o inizio novembre. Per poter essere ulteriormente emendato in aula consigliare, il provvedimento necessita della firma di almeno 39 Consiglieri. L’interrogativo rimane: la maggioranza accetterà di correggere sostanzialmente il testo con nuovi emendamenti in così poco tempo?

A seguito dei due scioperi generali e della forte voce levatasi dalla piazza – affollata da migliaia di lavoratrici, lavoratori e cittadini – il confronto ha portato ad alcune modifiche migliorative, ma ancora insufficienti a rendere la riforma improntata all’equità e alla tutela dei redditi medio-bassi. Permane inoltre la discriminazione per i lavoratori frontalieri.

Le richieste sindacali e le testimonianze dal pubblico

I Segretari Generali dei tre Sindacati hanno ribadito i punti ancora irrisolti, tra cui la proporzionalità della quota SMAC anche per i redditi bassi. È stato fatto l’esempio di redditi pari a 15mila euro annui che devono “smaccare” 5mila euro, una misura considerata iniqua.

Dal pubblico sono arrivate testimonianze dirette: un pensionato al minimo, con un reddito di circa 1.050 euro al mese e una badante che costa più della stessa pensione, si è chiesto come sia possibile rispettare l’obbligo di spesa SMAC da 5mila euro. Situazione simile per molte lavoratrici part-time: una non residente ha raccontato come, con meno di 1.000 euro al mese, sia ormai impossibile sostenere le spese quotidiane.

Un passo avanti, ma ancora insufficiente, è rappresentato dall’innalzamento della quota carburante a 1.500 euro e dall’inclusione di assicurazioni auto e utenze domestiche tra le spese riconosciute.

Frontalieri e impatto economico

Il nodo frontalieri resta uno dei punti più critici. Dalla serata non è emersa una reale volontà della maggioranza di eliminare la disparità di trattamento prevista nel progetto di legge. San Marino è uno dei Paesi con la più alta percentuale di frontalieri rispetto alla forza lavoro (circa un terzo): perderne anche solo una parte avrebbe effetti pesanti sull’economia, rallentando i cicli produttivi e aumentando la pressione fiscale sui residenti.

Mobilitazioni e prossime iniziative

Nella tabella allegata si riporta il confronto sugli effetti della riforma tra lavoratori autonomi, dipendenti e pensionati: va precisato che i redditi da lavoro autonomo sono al netto dei contributi, mentre quelli dei dipendenti sono lordi, da cui va sottratto circa un 10%.

Le iniziative di mobilitazione proseguono:

  • Martedì 14 ottobre: primo sit-in dei rappresentanti sindacali davanti alla sede del PDCS;

  • Mercoledì 15 ottobre: sit-in davanti a Libera;

  • Giovedì 16 ottobre: sit-in davanti al PSD;

  • Venerdì 17 ottobre: sit-in davanti ad Alleanza Riformista.

Nell’attivo dei rappresentanti sindacali di CSdL, CDLS e USL, previsto oggi pomeriggio al Teatro Concordia di Borgo, verrà illustrato l’esito dell’incontro di lunedì mattina con la maggioranza e il Governo e saranno decise nuove iniziative di mobilitazione, che – se necessario – potranno essere ancora più incisive.

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