I passi avanti annunciati da Governo e maggioranza sulla riforma IGR sono ritenuti dalle OO.SS. ancora insufficienti: colgono solo in minima parte le richieste sindacali. Restano confermati l’aumento generalizzato delle imposte da circa 23.000 euro annui in su e la disparità di trattamento tra residenti e frontalieri.
L’Attivo dei Quadri ha ribadito i principi di equità sui quali deve basarsi la riforma. Lo sciopero generale del 23 settembre, che ha registrato una partecipazione mai vista, ha portato all’apertura di una trattativa, ma con risultati non soddisfacenti su frontalieri e tutela dei redditi medio-bassi. Per questo motivo è stato proclamato un nuovo sciopero generale per il 7 ottobre, in concomitanza con la ripresa dei lavori della Commissione Finanze.
I primi risultati dei negoziati
Le OO.SS. hanno illustrato all’Attivo dei Quadri i primi risultati raggiunti attraverso i negoziati con Governo e Maggioranza. Tra questi, una modalità per rendere più agevole il raggiungimento della quota SMAC, che produrrebbe comunque una detrazione fiscale massima di 900 euro annui, e il ritiro dell’articolo relativo al raddoppio delle imposte sul TFR.
Il Segretario Gatti ha dichiarato che si metterà al lavoro sugli emendamenti, che però non sono ancora stati forniti. Per presentarli in seconda lettura occorrono 39 firme. Sono state inoltre rese disponibili sui siti delle Confederazioni le tabelle con le simulazioni degli effetti degli emendamenti già approvati in Commissione Consiliare.
Aumenti confermati e penalizzazione dei frontalieri
Resta confermato l’aumento dell’imposizione fiscale per tutti i redditi da lavoro e pensione superiori a circa 23.000 euro, anche tracciando l’intero importo SMAC e ottenendo quindi la massima detrazione. Si tratta di redditi già colpiti da una perdita del potere d’acquisto in doppia cifra e che saranno ulteriormente gravati dall’aumento dei contributi previdenziali.
Per i lavoratori frontalieri la discriminazione è solo ridotta, ma non eliminata: non beneficerebbero del bonus di 500 euro, decrescente in base al reddito, e resterebbe l’impossibilità di raggiungere l’intera quota SMAC.
Verso lo sciopero del 7 ottobre
L’Attivo dei Quadri ha giudicato insufficienti le proposte di Governo e maggioranza, attribuendo i primi risultati unicamente alla partecipazione senza precedenti allo sciopero del 23 settembre. Le/i rappresentanti sindacali hanno ribadito i punti fermi e rilanciato la mobilitazione, con un nuovo sciopero generale di un’intera giornata il 7 ottobre, durante la ripartenza dei lavori della Commissione Finanze. Il programma sarà lo stesso del 23 settembre.
Nel frattempo, è arrivata la convocazione di un nuovo incontro con Governo e maggioranza per la mattinata di venerdì 3 ottobre, del quale verrà dato riscontro.